le architetture parassite di Andreas Tjeldflaat per Framlab

New York. In risposta alla saturazione dello spazio edificabile metropolitano, Framlab sperimenta un nuovo modo di abitare con le architetture parassite di Andreas Tjeldflaat

 

Le nuove unità abitative ultraslim progettate da Andreas Sottras e realizzate dallo studio Newyorkese Framlab, rispondono alle nuove esigenze abitative delle grandi città metropolitane. La sperimentazione riprende e rivoluziona le ricerche degli anni sessanta, che hanno ispirato i movimenti Tiny House e casa su ruota. Movimenti che incentivavano i giovani ad abitare in piccole abitazioni dal design accattivante, con costi e consumi molto limitati.

Per ovviare alla saturazione degli spazi edificabili nelle aree centrali delle città, che prevedono politiche abitative accessibili solo a una ristretta minoranza, Homed, rispolvera gli ideali indipendenti contro le dinamiche speculative del mercato immobiliare, rispondendo a una delle più importanti sfide delle metropoli contemporanee, che faticano a gestire i problemi di sovraffollamento e i fenomeni migratori verso zone periferiche.

Il progetto newyorkese,  si rivolge una vasta platea come i giovani alla ricerca di un lavoro e  tutti coloro che necessitano, per brevi periodi, di un appoggio in centro città. La sperimentazione, inoltre, ha un’ideale  molto più alto: le mini abitazioni modulari possono diventare una valida soluzione per ovviare al problema degli alloggi per i senzatetto.

La ricerca di Framlab, va avanti da molti anni, ed è diventata operativa nel 2016 grazie alla realizzazione di una serie di progetti che si radicano nel costruito e coinvolgono le principali aziende dell’arredamento e dell’edilizia.

Le nuove mini unità abitative, sono basate sulla modularità di involucri prefabbricati che racchiudono alloggi, che hanno una superficie media di 9 metri quadrati e sono ancorati su strutture verticali appese sulle facciate degli edifici esistenti. I moduli delle unità abitative sono aggregabili tra loro e permettono di ampliare lo spazio interno a piacimento.

questi nuovi mini moduli abitativi rappresentano la risposta contemporanea alla speculativa concezione dell’abitare e alle fallimentari politiche minimali degli anni sessanta, frutto di idee tanto utopiche quanto irrealizzabili.

Tjeldflaat propone una nuova dimensione dell’abitare concreta e industrializzabile. Un modello alternativo che guarda alle nuove concezioni urbane e alle inedite esigenze abitative delle grandi città.

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